
Bollo auto: cosa cambia dal 2026
Dal gennaio 2026 il bollo auto cambierà volto: entreranno in vigore nuove regole che potrebbero incidere in modo significativo sulle abitudini di molti automobilisti.
Le disposizioni, introdotte con il 17° decreto attuativo della riforma fiscale, non si applicheranno a tutti allo stesso modo, ma segnano comunque una svolta importante nella gestione di questa tassa regionale.
In questo articolo ti guidiamo tra tutte le novità: chi sarà davvero interessato dalle modifiche, cosa cambia in termini di scadenze, modalità di pagamento e quali saranno le conseguenze in caso di fermo amministrativo.
Bollo auto, le novità per vetture immatricolate dal 2026
Prima di analizzare nel dettaglio le novità relative al bollo auto, è importante chiarire che non tutte le modifiche avranno validità universale. Alcune disposizioni, infatti, riguarderanno esclusivamente i veicoli immatricolati a partire dal 2026.
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Nei prossimi paragrafi vedremo più da vicino cosa cambia per chi immatricolerà un’auto a partire da quella data.
Pagamento
Il pagamento del bollo auto dovrà avvenire in un’unica soluzione, eliminando così la possibilità di suddividere l’importo in più rate e rendendo l’adempimento meno flessibile per i contribuenti. Non molto convincente, da questo punto di vista, è la volontà del legislatore di voler semplificare i rapporti tra cittadini ed amministrazione.
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Alcune regioni tuttavia, potrebbero consentire ancora il pagamento quadrimestrale, soprattutto per quanto riguarda le flotte aziendali.
Scadenze
Il pagamento del bollo dovrà essere effettuato entro il mese successivo alla data di immatricolazione. Ad esempio, quindi, se il veicolo è immatricolato nel mese di giugno, la scadenza prevista sarà per fine luglio e varrà anche per tutti gli anni successivi.
Bollo auto 2026: cosa cambia per tutti?
Fino ad ora ci siamo occupati delle nuove regole sul bollo che riguarderanno esclusivamente le nuove immatricolazioni. Vediamo ora invece cosa cambia per tutti.
Fermo amministrativo
Dal 2017, una sentenza della Corte Costituzionale aveva stabilito che i proprietari di veicoli sottoposti a fermo amministrativo non fossero tenuti a pagare il bollo auto per tutta la durata del provvedimento. La logica era semplice: se un mezzo non può circolare, non ha senso imporre al proprietario una tassa di possesso su un bene inutilizzabile.
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Questa esenzione si applica sia nei casi di fermo per debiti fiscali con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, sia in situazioni più gravi come il sequestro del veicolo in seguito a reati stradali importanti, ad esempio guida in stato di ebbrezza, omissione di soccorso o incidenti con lesioni. Anche in questi casi, finché il mezzo restava fermo per disposizione dell’autorità, il bollo non era dovuto.
Dal 2026, però, questo scenario cambierà radicalmente. L’esenzione verrà eliminata e anche i veicoli in fermo amministrativo o sotto sequestro dovranno continuare a pagare regolarmente la tassa automobilistica, indipendentemente dal loro utilizzo effettivo.
Chi si troverà con un’auto bloccata per mesi o anni sarà quindi comunque tenuto a versare il bollo per l’intero periodo, con un impatto economico non indifferente, soprattutto per chi già affronta difficoltà legate a pendenze fiscali o procedimenti giudiziari.
Passaggi di proprietà
Nel caso dei veicoli usati, la responsabilità del pagamento del bollo auto ricade su chi risulta intestatario al PRA (Pubblico Registro Automobilistico) alla data del primo giorno del periodo tributario. Questo significa che, indipendentemente dalla data effettiva di acquisto o di vendita del veicolo, ciò che conta ai fini del pagamento è chi figura come proprietario ufficiale all’inizio del mese in cui ha inizio la tassa.
Ad esempio, se un’auto usata viene venduta il 5 aprile ma il nuovo proprietario non ha ancora completato il passaggio di proprietà al PRA entro il 1° aprile, il bollo per quel periodo resta a carico del precedente intestatario. Viceversa, se l’intestazione è stata aggiornata anche solo un giorno prima, il nuovo proprietario ne assume l’onere.
Questo principio è fondamentale soprattutto nel caso di compravendite tra privati, dove può capitare che ci siano ritardi nella trascrizione del passaggio di proprietà. È quindi sempre consigliabile procedere rapidamente con l’aggiornamento al PRA per evitare di dover pagare un bollo relativo a un veicolo che non si possiede più.
Inoltre, nei casi in cui il pagamento venga effettuato in ritardo, l’Agenzia delle Entrate o la Regione competente potrebbero comunque notificare l’avviso al soggetto che risulta proprietario il primo giorno utile del periodo, anche se nel frattempo l’auto è già passata di mano.
Ad esempio se la vettura viene immatricolata a febbraio, il pagamento dovrà essere corrisposto entro fine marzo. Tali tempistiche varranno ovviamente anche per gli anni successivi.
Bollo, la palla resta alle regioni
Dal punto di vista normativo, il bollo auto continuerà a essere una tassa di competenza regionale. Saranno quindi le singole Regioni a gestirne ogni aspetto, dalle modalità di pagamento alle eventuali esenzioni, fino alla definizione di tempistiche e aliquote.
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Anche il versamento dovrà essere effettuato presso la Regione di residenza del proprietario del veicolo, che rimane l’unico ente di riferimento per ogni questione legata al tributo.
Superbollo auto: si pagherà nel 2026?
Il superbollo auto rimarrà in vigore anche nel 2026. Sebbene negli ultimi anni siano emerse alcune proposte per rivedere o eliminare questa addizionale statale, nessun cambiamento concreto è stato introdotto.
La normativa attuale continua quindi a prevedere il pagamento di 20 euro per ogni kW eccedente i 185 kW di potenza del veicolo, in aggiunta al bollo ordinario. Anche per i veicoli immatricolati dal 2026, l’obbligo resterà valido, salvo future modifiche ancora da definire.
Chi possiede o intende acquistare un’auto ad alte prestazioni dovrà quindi tenere in considerazione anche questo costo fiscale aggiuntivo.
Auto elettriche ed ibride: quando non si paga il bollo
Le auto elettriche e ibride continueranno a beneficiare, anche nel 2026, di esenzioni o agevolazioni sul pagamento del bollo auto, ma con modalità che varieranno da Regione a Regione.
In linea generale, i veicoli elettrici godono attualmente di un’esenzione totale per i primi cinque anni dall’immatricolazione, con alcune eccezioni virtuose come Lombardia e Piemonte, dove il beneficio è esteso a tempo indeterminato.
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Per le auto ibride, le agevolazioni sono meno uniformi: in molte Regioni è prevista un’esenzione per tre o cinque anni, mentre in altre si applica uno sconto parziale sull’importo dovuto. Con l’introduzione delle nuove regole dal 2026, l’autonomia gestionale delle Regioni sarà confermata, lasciando a ciascuna amministrazione la facoltà di rivedere o mantenere inalterati questi benefici.
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Chi sta valutando l’acquisto di un’auto più sostenibile dovrà quindi tenere conto non solo della tecnologia del veicolo, ma anche delle politiche locali in materia fiscale, che potrebbero influire significativamente sulla convenienza economica nel lungo periodo.
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