Ormai da qualche settimana il mondo intero sta attraversando una situazione di emergenza sanitaria che non ha precedenti. Ogni giorno i telegiornali ci mostrano immagini che appaiono quasi surreali; metropoli, di solito trafficate e piene di passanti, si sono trasformate in città dalle strade deserte. Qui la vita sembra essersi cristallizzata al momento in cui le autorità locali hanno emanato ordinanze nel tentativo di porre un freno alla rapida diffusione del Coronavirus. Mentre noi siamo costretti alla quarantena, la natura ne approfitta per osservare più da vicino centri storici e quartieri residenziali. Animali selvatici – come cervi e delfini, persino un puma e qualche orca – sono stati sorpresi infatti a passeggiare in luoghi normalmente “occupati” dalle attività umane. Questo momento di pausa forzata è l’occasione per farci riflettere: cosa possiamo fare per appianare lo squilibrio che abbiamo creato con l’ambiente? Promuovere il concetto di mobilità sostenibile può essere davvero il primo passo per fermare i cambiamenti climatici?
Mobilità sostenibile: il cambiamento parte da qui
Sul web ha spopolato il filmato dei pinguini che – all’interno dell’acquario di Vancouver – vengono accompagnati dal personale della struttura durante una visita molto speciale; come piccoli e affaccendati turisti osservano le vasche, incuriositi in particolare dalle foche. Un gruppo di anatre è stato invece ripreso mentre sta esplorando i dintorni del teatro parigino.
Di fronte a video simili è inevitabile lasciarsi sfuggire un sorriso, che però ha un retrogusto amaro. Se ci fermassimo un attimo a pensare, ci accorgeremmo infatti che gli animali non sono gli unici “colpevoli” dell’invasione di campo. L’urbanizzazione ha sottratto spazio ai loro habitat, tanto che gli esperti mettono in allarme riguardo al rischio di estinzione per alcune specie; le conseguenze dei cambiamenti climatici rischiano inoltre di modificare in modo irreparabile il volto del nostro pianeta. Quest’anno la giornata dedicata alla Terra – prevista per mercoledì 22 aprile – assume un significato particolare; deve diventare la promessa che il ritorno alla normalità sarà accompagnato da una maggiore consapevolezza e dall’impegno a rendere più green i nostri comportamenti.
Vediamo quindi tre aspetti che insieme possono favorire la crescita e la diffusione della mobilità sostenibile. Punto di partenza saranno i risultati di inchieste su scala europea; a partire da queste informazioni statistiche cercheremo di capire come il NLT – Noleggio Lungo Termine possa correre in aiuto delle problematiche ambientali.
1. La motorizzazione fa la differenza
Elemento cardine della mobilità sostenibile è la motorizzazione. Preferire soluzioni ecologiche è assolutamente necessario per raggiungere l’obiettivo di contenere le emissioni dannose nell’atmosfera. Spesso la transizione viene però ostacolata da diversi fattori, culturali ma anche economici e politici. Il percorso verso una guida “green” è ancora lungo; tuttavia, i progressi che costantemente vengono fatti lasciano ben sperare.
STOP alle alimentazioni tradizionali
Dimenticarsi dei combustibili fossili – alla base del funzionamento di molte auto oggi in circolazione – è un aspetto fondamentale. Nel 2019 il grafico relativo le richieste di vetture a diesel ha disegnato una curva discendente; il calo del 12% è riconducibile senza dubbio ai numerosi blocchi della circolazione, estesi persino alle auto immatricolate più di recente. A beneficiare delle tante campagne volte a “screditare” questo tipo di alimentazione sono stati, in particolare, i veicoli a benzina; per loro la domanda ha subito un notevole incremento, insieme all’anidride carbonica prodotta.
Nonostante i tentativi di arginarlo, il diesel continua a rappresentare la scelta più conveniente in materia di consumi ed emissioni. Dai tubi di scappamento fuoriesce infatti una quantità davvero esigua dei cosiddetti gas serra, pericolosi per l’ambiente; si aggiunge però anche una dose massiccia di sostanze che minacciano la salute umana. Le proporzioni si invertono per la benzina. Entrambi sono quindi caratterizzati da luci e ombre, che rendono difficile fare una valutazione e stabilire quale tra le due abbia un impatto meno importante. Noi abbiamo raccontato la nostra opinione in questa #Autopillola, che ti suggeriamo di vedere; lasciaci poi un commento per farci sapere cosa ne pensi tu!
La questione – molto controversa e tutt’ora al centro di molti dibattiti – sembra aver trovato una risposta soddisfacente nella mobilità sostenibile. L’elettrico ha chiuso, infatti, il 2019 con un significativo aumento del 42% per quanto riguarda i veicoli a noleggio lungo termine; l’ibrido mantiene invece una posizione marginale registrando comunque un +9%. Sebbene i dati siano incoraggianti, si incontrano ancora troppe “resistenze” che impediscono a queste soluzioni di conquistare una larga fetta di mercato. Cerchiamo di capirne il motivo.
I fattori in gioco
La tecnologia a zero emissioni fatica ad affermarsi con decisione nel panorama europeo. I dati pubblicati a fine gennaio da ANIASA – Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici – descrivono infatti uno scenario complesso. Su un totale di 22 paesi, soltanto una minoranza dimostra di essere ben preparata ad accogliere le vetture elettriche.
La ricerca rivela che sono soprattutto i Paesi Bassi, la Norvegia e il Regno Unito ad impegnarsi per favorire il passaggio ad una guida ecologica. Il principale responsabile è senza dubbio il potenziamento dell’infrastruttura pubblica dedicata alla ricarica; si stima che il numero delle stazioni presenti sul territorio abbia visto un aumento pari al 73%.
Anche un regime fiscale che avvantaggia una scelta green è un fattore determinate; lo studio sottolinea infatti che le tasse vengono ridotte in media del 40% per i driver sensibili alle problematiche ambientali. Questo è comunque un valore statistico, che varia osservando la situazione dei singoli Stati. Alcuni richiedono infatti di versare una cifra addirittura superiore a quella corrisposta dai possessori di veicoli alimentati in modo tradizionale; altri hanno invece stabilito che la mobilità sostenibile non debba essere soggetta a imposte.
A che punto è l’Italia?
L’Italia vuole accompagnare il passaggio ad una guida ecologica grazie all’Ecobonus, di cui è possibile usufruire anche nel NLT. Destinatari di questo sostegno economico sono però coloro che scelgono auto con un prezzo di listino inferiore a 50 mila euro. Inoltre, la somma ricevuta è definita in relazione alla quantità di anidride carbonica rilasciata. Fino a 20 g/km, il driver ha diritto a 4.000 €; sono previsti invece 1.500 € quando le emissioni di CO2 si alzano al di sopra dei 70 g/km.
Il piano finanziario – messo in atto per limitare l’impatto climatico – include anche la cosiddetta Ecotassa; il suo scopo è quello di scoraggiare la circolazione di mezzi considerati potenzialmente inquinanti attraverso il pagamento di una penale.
Quantità di emissioni | Importo |
> 175 g/km | 1.100 € |
176 – 200 g/km | 1.600 € |
201 – 250 g/km | 2.000 € |
< 250 g/km | 2.500 € |
Gli effetti positivi delle agevolazioni statali si osservano specialmente a Milano, nominata “capitale della mobilità elettrica”. Il 25% delle vetture a zero emissioni presenti nella penisola si trova infatti proprio qui. Il modello maggiormente diffuso per le strade del capoluogo lombardo è Tesla Model 3; seguono poi la Nissan Leaf e la Smart Fortwo. Tra i veicoli commerciali, invece, le preferenze si concentrano sulla Nissan NV200 mentre Kangoo Express e Opel Vito occupano i gradini più bassi del podio.
2. Attenzione a come ti comporti al volante!
Il secondo tassello che compone il puzzle della mobilità sostenibile è legato allo stile di guida. La tipologia di motorizzazione è diventata oggi una componente fondamentale nella scelta di una vettura; il design della carrozzeria e l’allestimento degli interni hanno quindi perso la loro centralità, superati dall’interesse nei confronti dell’ambiente.
Davanti a questa inversione di tendenza, la risposta del mercato automotive non ha tardato ad arrivare. Lo dimostrano le tante novità “green” che il Salone di Ginevra 2020 avrebbe dovuto accogliere all’inizio di marzo. Il Gruppo FCA era impaziente infatti di mostrare al pubblico le versione ibride delle Fiat Panda e 500. Possiamo definire quindi l’evento a Borgo Egnazia – organizzato per presentare la nuova gamma elettrica – come un primo assaggio, comunque altrettanto gradito.
Altri brand si sono incamminati sul sentiero dell’ecologia, ad esempio Volvo che metterà in commercio la sua prima auto a zero emissioni. Anche Toyota – pioniera della tecnologia hybrid – ha rivoluzionato uno dei suoi modelli più rappresentativi; ancora qualche settimana e potremo vedere la più moderna e innovativa Yaris 2020. L’inizio del nuovo decennio sarà quindi ricco di sorprese firmate da marchi provenienti da tutto il mondo.
Il segreto è capire il meccanismo
Le proposte “ecologiche” sono senza dubbio aumentate, in parallelo alle richieste. La varietà dell’offerta e gli incentivi stanziati per facilitare la scelta a favore dell’ambiente vengono però vanificati se il driver assume comportamenti errati al volante. Per sfruttare pienamente le potenzialità di un motore ibrido, spesso è necessario dare al cliente consigli per un corretto stile di guida; non è purtroppo un’eccezione confrontarsi con persone che lamentano consumi eccessivi – soprattutto in relazione alla tradizionale benzina – dopo aver sperimentato questa alimentazione.
Il suggerimento principale si riassume con una sola parola: veleggiamento, attuabile mentre l’auto sta viaggiando in contesti extraurbane come l’autostrada. Una volta raggiunta la velocità desiderata, è possibile alzare il piede dall’acceleratore; così facendo, entra in funziona il sistema elettrico che, in sinergia con il motore termico, permette di ridurre i gas dannosi prodotti con un conseguente risparmio di carburante.
Per gli spostamenti cittadini è consigliabile invece affidarsi prevalentemente alla modalità electric. Se sei interessato ad approfondire i vantaggi di guidare un’auto ibrida, ti consigliamo un’#Autopillola dedicata.
Il Noleggio Lungo Termine aiuta la mobilità sostenibile
Per monitorare il comportamento del conducente a bordo di un’auto ibrida o elettrica, è molto utile ricorrere alla Black Box. La praticità di questo dispositivo – installato a bordo di ogni veicolo a NLT – emerge, in particolare, in caso di furto; grazie al segnale satellitare viene infatti individuata la posizione del veicolo che può quindi tornare dal legittimo proprietario.
Le sue funzionalità non si esauriscono soltanto a questo, seppur fondamentale, aspetto. Infatti, controlla anche il carburante consumato in relazione ai chilometri effettivamente percorsi. Tramite questa apparecchiatura, le aziende possono quindi individuare eventuali “scorrettezze” alla guida dei suoi dipendenti ed intervenire in breve tempo per correggerle.
3. Regalati aria pulita scegliendo la giusta classe ambientale
Nel 2019 le vetture che transitavano per le strade della penisola erano circa 39 milioni; il 56% ha cominciato a circolare oltre un decennio fa. L’inchiesta, a cura della rivista online Fleet Magazine, porta alla luce una verità scottante; i veicoli, che viaggiano ogni giorno per le nostre città, hanno un’età media di 11 anni, valore che raggiunge il picco quando si considerano esclusivamente le alimentazioni a benzina. Con numeri così alti l’Italia rientra purtroppo nelle prime posizioni della classifica europea riguardante l’anzianità del parco auto. A superarci in questa infelice graduatoria è solo il Portogallo.
Nel mondo delle quattro ruote, infatti, “vecchiaia” è sinonimo di scarsa sicurezza alla guida e maggior impatto sul pianeta. Le tecnologie presenti a bordo non permettono di limitare le emissioni, disperdendo nell’atmosfera gas nocivi e particolato tossico in consistenti quantità. Le conseguenze di appartenere ad una classe ambientale definita “fortemente inquinante” si ripercuotono quindi sul clima e in egual misura, sulla salute umana.
Lo scorso anno gli Euro 5 ed Euro 6 erano confinati al 40%. La cifra – nonostante sia ancora troppa bassa, non è azzardato parlare di traguardo – è stata raggiunta soprattutto grazie al prezioso contributo del noleggio lungo termine. Le vetture a suo nome si distinguono infatti per essere state immatricolate di recente; possono quindi dirsi in regola sotto il profilo degli standard ecologici. Questa formula è quindi garanzia di una mobilità senza pensieri per diversi aspetti, compresa la tematica ecosostenibile.