Festa del Papà 2020: cosa succede in macchina con papà?
Questo periodo non è facile per nessuno. In pochissimo tempo ci siamo trovati d’innanzi ad una situazione che ha chiesto ad ognuno di collaborare per la salvaguardia della nostra salute. L’appello di autorità e governanti è però quello di non cedere alla paura; cambiare abitudini è fondamentale ma non bisogna mettere completamente in pausa la nostra vita. È importante ricordarsi delle persone care che ci sono attorno a noi. Oggi, Festa del Papà 2020, vogliamo dedicare questo articolo ai padri di tutta Italia; con toni scherzosi e caricaturali vi racconteremo 5 episodi che talvolta accadono in macchina con papà alla guida. Sorridere è la migliore medicina a tante malattie!
Chi è il preferito del papà numero 1?
Se qualcuno gli chiedesse a cosa non potrebbe rinunciare per niente al mondo – dopo ovviamente alla sua famiglia – la risposta è una sola: l’automobile. Per lui è come il diamante più brillante di un anello o una spiaggia paradisiaca su un’isola tropicale. Talvolta, quando crede di non essere ascoltato, lo si sente mormorare con toni affettuosi “ma quanto sei bella!”; una simile affermazione metterebbe in allarme qualsiasi moglie tranne quella del papà numero 1.
I segnali per riconoscerlo? Semplice, vista d’aquila per notare anche i graffi al paraurti più impercettibili e un kit per togliere qualsiasi macchia nascosto sotto il sedile. Le regole a bordo sono molto rigide e nessuno deve trasgredirle, pena una filippica sul valore degli oggetti posseduti; non si mangia, non si beve e non si respira se questo comporta poi disegnare sui vetri appannati.
Per lui l’autolavaggio – in cui si reca ogni weekend – è un luogo sacro. Rinuncerebbe persino alla Cresima del nipote se questo significasse perdere l’appuntamento con la lucidatura della carrozzeria, rigorosamente con prodotti di qualità. Niente potrebbe rendere più felice il papà numero 1 delle parole “posso accompagnarti a pulire la macchina?” pronunciate dal figlio di 6 anni; in quel momento, nella sua mente prende forma l’immagine del Re Leone, nella quale Mufasa dalla cima di una rupe mostra con orgoglio e saggezza le terre di cui un giorno Simba sarà sovrano.
Il suo peggior nemico? Le gocce di pioggia e la moglie che entrando in casa con i sacchetti della spesa gli annuncia sbuffando di aver rigato il cofano durante una manovra di parcheggio.
Stare in macchina con papà milanese-imbruttito
“Lavorare e fatturare”; questa è la rima preferita dal papà imbruttito che quotidianamente si muove in direzione della metropoli milanese. È consapevole che a rovinargli la giornata ci penserà l’ennesimo guidatore di provincia, poco avvezzo alle regole della capitale del business. Considera il traffico in tangenziale come la giungla: sopravvive unicamente colui in grado di smarcare con un abile sorpasso tutte le auto che lo separano dall’ufficio. Dopo aver bevuto 5 caffè per calmarsi dallo stress mattutino, soltanto la foto della sua famiglia incorniciata sulla scrivania riesce a strappargli un sorriso.
Il papà imbruttito conosce le regole della strada come nessun altro; o almeno, questo è ciò che crede lui. Mentre accompagna il figlio a calcetto o la bambina al saggio di danza, non perde occasione per impartire fondamentali lezioni di guida. Chi gli sfreccia accanto superando il limite di velocità è un incosciente che “ha trovato la patente nel sacchetto delle patatine”; per quelli che stanno al di sotto dei 50 chilometri orari, invece, la sua imprecazione preferita è “guarda che non siamo in crociera!”.
Se mai dovesse salire su un taxi – perché ciò avvenga è necessario il perfetto allineamento di tutti i pianeti del sistema solare – avrebbe lo sguardo incollato al tassametro; ad ogni 10 euro che si somma alla cifra da pagare esclamerebbe “Non si può andare più veloce? Ma non devi prendere la circonvalla a quest’ora!”.
Insomma, stare in macchina con papà imbruttito è un’esperienza davvero unica. Agli occhi dei figli che diventeranno driver (gli inglesismi sono una parte fondamentale del suo vocabolario) soltanto tra una decina d’anni, il suo comportamento appare divertente; ogni viaggio è quindi una buona occasione per prenderlo scherzosamente in giro. Nonostante questo, continua ad affermare – talvolta lasciandosi scappare qualche lacrimuccia – di essere il loro miglior personal trainer. Perché contraddirlo proprio oggi che è la Festa del Papà 2020?
Papà intenditore: un viaggio lungo una vita
Un viaggio in macchina con papà intenditore è come una visita al museo in compagnia di Alberto Angela. Sul suo comodino non possono mancare quindi una vasta raccolta di giornali a tema quattro ruote e fotografie che lo ritraggono a bordo di qualsiasi vettura messa in commercio nella storia della mobilità; tiene un’agenda, infatti, soltanto per avere sempre sott’occhio il prossimo raduno di auto d’epoca o l’esposizione delle novità che le case costruttrici hanno in programma.
Quello che lo rende veramente felice durante una gita fuori porta è poter mostrare con orgoglio alla famiglia la sua conoscenza in materia. Non importa quanto sia lungo il tragitto; il papà intenditore trascorrerebbe ore intere a raccontare le caratteristiche di tutti i modelli che incontra lungo la strada o il motivo che rende una motorizzazione migliore di un’altra. Ovviamente la sua opinione è insindacabile. La moglie ha rinunciato già da tempo a fargli notare che nessuno – neppure il figlio di 3 anni che dorme tranquillo nel seggiolino – capisce la terminologia tecnica di cui sono piene le sue spiegazioni.
In fondo, il papà intenditore vuole molto bene alla sua famiglia. Se al posto della favola della buonanotte racconta del nuovo motore ibrido plug-in tra poco sul mercato è solo perché spera che almeno uno dei bambini segua la sua passione. Già lo immagina a capo delle officine Ferrari.
Divertirsi in macchina con papà animatore
Il suo sogno nel cassetto era quello di intrattenere i turisti nei villaggi di vacanza; appena quindicenne si immaginava, infatti, a ballare la macarena con una corona di fiori attorno al collo. Già negli anni delle scuole superiori diceva di aver capito quale fosse la sua vocazione; è sempre stato l’anima della festa e colui che invita decine di persone a casa di amici ovviamente ignari dell’imminente “invasione”. Con l’università, il papà animatore si è rimesso in carreggiata ma anche dopo la laurea in comunicazione, non ha abbandonato completamente il suo spirito a metà tra un DJ e un comico.
Durante il viaggio in auto c’è una sola regola: non restare mai in silenzio. Il suo passatempo preferito è dare voce alla musica italiana di ogni genere, dai successi dei Ricchi e Poveri a quelli di Achille Lauro; la sua conoscenza delle hit estive, inoltre, farebbe un baffo a chiunque. Aver cantato a squarciagola per un tempo considerato infinito dagli altri passeggeri non fermerà la sua voglia di divertire il resto della famiglia con barzellette e freddure che non fanno ridere nessuno. Persino la moglie non lo appoggia più quando propone con entusiasmo il “simpatico” gioco di contare tutte le vetture di un determinato colore.
Tanto amato dai bambini che lo considerano il primo invitato alla loro festa di compleanno, è altrettanto temuto dai figli adolescenti che appena saliti in macchina con papà animatore infilano gli auricolari. Questo diversivo spesso non funziona; anzi, invoglia ancora di più a fare una quantità di domande che il cervello faticherà a capire pienamente.
È chiaro che il canto e la comicità non sono i suoi punti di forza. Se c’è, però, qualcosa in cui il papà animatore è davvero bravo possiamo dire che amare la sua famiglia è sicuramente in cima all’elenco.
Cosa devi aspettarti in macchina con papà disordinato
Avete presente quei programmi tipicamente americani in cui persone che trascorrono le loro giornate a pulire e riordinare la casa sono le protagoniste? Perfetto, dimenticateveli. Con il papà disordinato, ogni viaggio in auto è ricco di sorprese e colpi di scena. Una leggenda narra che il figlio adolescente, durante il tragitto verso la scuola, abbia ritrovato – incastrato sotto un sedile – la stilografica, regalo di laurea della futura moglie, data per dispersa ormai da tempo immemore.
Tra i buoni propositi che avrebbero dovuto accompagnare il nuovo anno c’era anche la pulizia dell’auto. Indovinate dove è finito l’abbonamento all’autolavaggio? Perso insieme alla tessera della palestra e alle ricevute del commercialista. Sempre alla guida per lavoro, infatti, non ha mai abbastanza tempo per mettere ordine e buttare gli avanzi del pranzo risalenti a data non precisata.
I viaggi in macchina con papà disordinato sono per i bambini al di sotto dei 10 anni una continua caccia al tesoro. Ad esempio, le briciole sparse sul seggiolino sono l’indizio per trovare la carta della merendina che hanno mangiato la settimana prima. A quel punto, inventare motivazioni fantasiose come “non l’ho buttata perché pensavo la rivolessi” sono l’occasione per farsi una bella risata. Tutto ciò avviene normalmente quando il papà disordinato è al telefono con un importante cliente.