Marchi automobilistici scomparsi: auto al tramonto|Marchi automobilistici scomparsi: Lancia|Marchi automobilistici scomparsi: Pontiac|Marchi automobilistici scomparsi: Infiniti
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Curiosità

Marchi automobilistici scomparsi: il tramonto di un mito

Massimo Borghetti – 

2 Giugno 2020

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Sono tante le case produttrici che hanno dovuto arrendersi, nella storia della mobilità, alle continue oscillazioni del mercato. Hanno imparato a loro spese che il successo è un’arma a doppio taglio: talvolta molto facile da raggiungere ma altrettanto difficile da mantenere. Non è infatti un’impresa qualunque rimanere al passo con le preferenze dei consumatori, sotto i colpi di una concorrenza diventata oggi sempre più agguerrita. Scopriamo insieme le storie di tre marchi automobilistici scomparsi o vicino al tramonto definitivo.  

Infiniti

Il brand di lusso Infiniti era stato creato dalla casa nipponica Nissan per fronteggiare la concorrenza di Lexus – che fa capo a Toyota – e Acura di Honda. Fondata ufficialmente alla fine degli anni ’80, l’ammiraglia Q45 entra in commercio l’8 novembre 1989. Il successo porta il nome dell’alleanza tra Nissan e Renault. Ingenti investimenti permettono infatti di rivoluzionare completamente l’immagine dell’azienda; adesso, ad essere prodotti sono veicoli eleganti che non si lasciano però mancare un tocco di sportività. A marzo 2019 viene annunciato il ritiro dei suoi modelli dal vecchio continente a partire dall’anno successivo; il mercato dell’Europa occidentale non accoglie infatti le auto oltreoceano con il calore e l’entusiasmo sperati. I principali guadagni derivano dalla Cina e dal Nord America, paesi nei quali il marchio è considerato una valida alternativa nel segmento delle vetture “di alto livello”. Destino differente attende invece Nissan. L’uscita sul mercato della nuova Qashqai – in programma per il 2021 – è soltanto l’ultima novità svelata dal marchio.
Marchi automobilistici scomparsi: Infiniti
Logo Infiniti
 

Pontiac

Vi ricordate di Supercar, il telefilm degli anni ’80 diventato celebre perché vedeva tra i protagonisti l’auto Kitt? La vettura che ha fatto sognare un’intera generazione era un Trans Am Firebird, modello tra i più iconici di Pontiac. La denominazione – insolita per un produttore di veicoli – viene ripresa dall’omonimo capo tribù indiano che quasi riuscì a distruggere la nascente Detroit nel 1763. Qui si trovava la sede principale ma era a Pontiac, città nel Michigan, che il brand venne fondato nel lontano 1926. Il nome raccoglieva quindi l’eredità del passato. Il conflitto, che per decenni ha visto acerrimi nemici coloni e nativi, aveva trovato un fruttuoso compromesso in un’azienda che sembrava avere davanti a sé un futuro ricco di soddisfazioni e successi. La casa statunitense era specializzata nella progettazione di auto sportive a prezzi accessibili. Per diverso tempo è stata il terzo produttore più influente e importante degli Stati Uniti, preceduta soltanto da Chevrolet e Ford. Nel 1973 aveva toccato il picco di vendite: 920 mila esemplari uscirono dai suoi stabilimenti. Il 31 ottobre 2010 il gruppo General Motors annuncia però la chiusura definitiva di tutte le concessionarie. La mancanza di idee, in grado di replicare i successi passati, unita alla crisi economica non lasciano scampo. In quella data viene quindi messo un punto fermo, facendo rientrare Pontiac tra i marchi automobilistici scomparsi.
Marchi automobilistici scomparsi: Pontiac
Logo Pontiac
 

Lancia

Tra i marchi automobilistici scomparsi rientra anche un brand nato e sviluppatosi all’ombra del tricolore: Lancia. Fondata il 29 novembre 1906, la casa produttrice ha conosciuto gloria e successi nel campo dell’innovazione tecnologica. Il modello Theta, introdotto sul mercato all’inizio degli anni ’10, riuscì infatti a superare la concorrenza dell’epoca poiché dotato di un impianto elettrico completo. Le competizioni di rally regalano poi numerosi premi; è con la Stratos che il pilota Sandro Munari conquista il titolo della gara del 1977. Con lo scoppio dei conflitti mondiali, Lancia abbandona temporaneamente la realizzazione di vetture per contribuire alla causa bellica. Idee e disegni vengono accantonati; adesso gli stabilimenti sono specializzati nella produzione di mezzi militari. I primi segnali del lento ma inevitabile declino sono visibili già a metà del secolo scorso. La difficile situazione finanziaria, nella quale si trova la famiglia fondatrice, viene infatti risolta con la cessione della maggioranza ai Presenti. Tuttavia, il persistere di problemi economici e la necessità di indebitarsi costringono i nuovi proprietari alla vendita della società; la cifra simbolica di una lira suggella il passaggi al marchio Fiat. A giugno 2014, i modelli Lancia non incontrano il gradimento di molti paesi europei. FCA prende quindi la decisione di sospendere la distribuzione dei veicoli Lancia. Tutti i modelli vengono ritirati dal mercato; fa eccezione Ypsilon, che a partire dal 2017 continua ad essere commercializzata in Italia. L’assenza di investimenti lascia intuire che persino quest’auto, unica superstite, non abbia davanti a sé un futuro radioso. Con l’inizio del decennio è stata però presentata la versione mild-hybrid, la prima con motorizzazione a ridotto impatto ambientale della casa torinese. La sua uscita davvero inaspettata ha riacceso la speranza che un’inversione di tendenza sia ancora possibile.
Marchi automobilistici scomparsi: Lancia
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