Parco auto anziano
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Curiosità, Consigli, Motori

Parco auto Italia: come favorire il rinnovo con il NLT

Davide Calloni – 

28 Aprile 2020

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Il 2019 ha chiuso il decennio sfiorando i 40 milioni di autovetture circolanti per la penisola; il numero – in linea con i dati registrati a livello nazionale – ha visto un incremento pari a 1,35 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’Italia si conferma quindi il terzo paese europeo per densità di veicoli in rapporto alla popolazione residente: 721 ogni 1.000 abitanti. Da questi risultati è evidente che la mobilità rappresenta una colonna portante della nostra società. Tuttavia, emerge anche una scomoda verità: la scarsa apertura alle novità; di fronte ad un’età anagrafica che spesso supera le due cifre, il 56% dei driver non ha ancora pensato ad una soluzione più “moderna”. Quali sono le conseguenze di un parco auto anziano? In che modo è possibile incentivare il rinnovo?

Parco auto Italia: le conseguenze della vecchiaia

Il valore di un oggetto d’antiquariato viene stabilito in relazione al tempo trascorso dalla sua fabbricazione; la cura e precisione con le quali sono stati realizzati i dettagli ne fa poi lievitare ulteriormente il prezzo, solleticando l’interesse di ambiziosi collezionisti per nulla intimoriti dalla cifra richiesta. Il mercato automobilistico – modelli sportivi e veicoli d’epoca sono un’eccezione – è invece estraneo a queste dinamiche. Le logiche che lo regolano premiano infatti l’innovazione e la capacità di garantire un’esperienza alla guida indimenticabile, sicura e attenta all’ambiente.

Diminuisce la sicurezza a bordo

I veicoli con una storia pluriennale alle spalle sono sprovvisti di dispostivi che tutelano il driver e i passeggeri durante un sinistro. All’appello mancano, ad esempio, la frenata automatica d’emergenza e sensori per monitorare il comportamento al volante, ormai inseriti nel “pacchetto base” da molte case costruttrici. La loro assenza eleva sensibilmente il rischio di riportare gravi danni in caso di incidente, come dimostrano le statistiche riguardanti i decessi sulle strade italiane; la probabilità di conseguenze mortali addirittura raddoppia a bordo di vetture immatricolate 10 anni prima.

Aumentano le emissioni

Oltre 8 milioni di vetture circolano in Lombardia, che si aggiudica il primato di regione con le strade più affollate. Il Lazio tocca la soglia dei 5 milioni; seguono infine Veneto, Campania e Sicilia, ciascuna delle quali ne conta quasi 4 milioni. È soprattutto nelle città meridionali e insulari che viene registrata la maggior concentrazione di veicoli rispondenti alle normative fino all’Euro 3; la percentuale – in alcune zone raggiunge addirittura un preoccupante picco del 48% – diminuisce progressivamente andando verso nord, dove oscilla tra il 12% e il 29%. Immaginando di scattare un’istantanea alla nostra penisola, ci troveremmo di fronte ad una schiera di auto non più all’avanguardia. Carenti in fatto di sicurezza, sono prive delle moderne tecnologie progettate oggi dalle case produttrici per contenere le emissioni dannose. La vecchiaia – che in Italia supera gli 11 anni – influenza, quindi, anche la qualità dell’aria che respiriamo. La tematica affiora, in particolare, in occasione della stagione invernale; la minor frequenza delle precipitazioni fa alzare infatti i livelli di inquinamento atmosferico imponendo l’urgenza di più rigide limitazioni al traffico cittadino. Nel 2019 soltanto il 40% circa – neppure metà del parco circolante quindi – apparteneva a classi ambientali “ecosostenibili”. Gli Euro 5 e 6 hanno visto però un incremento del 27% nel corso dell’anno, arrivando ad essere oltre 9 milioni. È una salita ancora modesta, che ha comunque avvicinato di qualche passo l’importante obiettivo della mobilità green. Diventa però significativa se paragonata ad un altro dato; ad appianare il dislivello che separa queste due categorie dalle precedenti è infatti un incoraggiante -6,6%. Il numero degli Euro 3 è sceso quindi a poco meno di 13 milioni, facendo perdere così un’unità rispetto al 2018.  

Come favorire il rinnovo del parco auto?

La vecchiaia, al contrario di quanto viene detto solitamente, non porta consiglio e saggezza. Gli effetti negativi di un parco auto anziano si ripercuotono in vari ambiti. Sarebbe quindi un errore cercare la soluzione ad un problema così vasto e sfaccettato soltanto nel progresso tecnologico. I sistemi introdotti per salvaguardare i passeggeri e ridurre l’impatto sul clima sono la punta di un iceberg molto più grande. Per poter studiare un programma che sia efficace, è necessario anzitutto capire il motivo che allontana migliaia di persone dal rinnovo della propria vettura. Sono soprattutto i driver che hanno conseguito la patente alcuni decenni fa a incontrare le difficoltà maggiori. Le recenti innovazioni introdotte a bordo non ricevono infatti gli apprezzamenti e l’entusiasmo di questa categoria, abituata ad avere il pieno controllo durante la guida. Il dissenso cresce poi di fronte alle proposte del mercato, in particolare se lo sguardo viene rivolto alle alimentazioni alternative; le cifre importanti a cui spesso si trovano davanti radicano ancora più in profondità l’idea che sia meglio rinviare il ricambio di qualche anno. La tendenza viene ulteriormente confermata dal desiderio di fronteggiare l’inevitabile svalutazione del veicolo capitalizzando il più possibile l’investimento. La sfida che l’Italia deve quindi affrontare è riuscire a far comprendere i vantaggi di avere un parco auto giovane. Quali interventi correttivi sono già stati attuati? Quanta strada è necessaria per tagliare il traguardo della mobilità sostenibile? Anche il noleggio lungo termine può essere un aiuto prezioso: vediamo insieme come.

Ecobonus, incentivi regionali e infrastrutture pubbliche

Punto di partenza è favorire la sostituzione delle classi ambientali fortemente inquinanti attraverso incentivi come l’Ecobonus, in aggiunta alle agevolazioni definite dalle singole regioni italiane. È possibile usufruirne anche con la formula del noleggio lungo termine; i driver che scelgono di guidare auto con un prezzo di listino inferiore a 50 mila euro possono beneficiare infatti di uno sconto sul canone. Incoraggiare il rinnovo delle vetture, principali responsabili degli alti livelli di CO2 nell’atmosfera, è diventato infatti una priorità. In confronto ad un Euro 6, le emissioni prodotte da un veicolo Euro 1 aumentano del 200%; il quantitativo di polveri sottili è invece 30 volte superiore. Lo scopo delle manovre economiche attuate dal nostro paese è quindi dare maggiore spazio alla mobilità sostenibile, che rappresenta ancora un settore di nicchia. Le cifre raccolte alla fine dello scorso anno indicano che un incremento è avvenuto, soprattutto per i modelli ibridi a diesel; le richieste relative questa motorizzazione sono infatti quasi quadruplicate, registrando un +290,2%. La variante a benzina è cresciuta invece in modo più lento ma costante mentre la tecnologia full electric è salita di un soddisfacente 87%.

Adeguate infrastrutture pubbliche

I fondi stanziati dallo Stato faticano però a produrre i risultati desiderati in mancanza di adeguate infrastrutture pubbliche destinate alla ricarica. Il numero delle colonnine presenti sul territorio nazionale è troppo esiguo e non sarebbe in grado ad oggi di far fronte ad una diffusione più capillare delle tecnologie “green”.

Il contributo del Noleggio Lungo Termine

L’urgenza di rinnovare il parco auto italiano trova un potente alleato nel noleggio lungo termine. Questa formula di mobilità ha sviluppato infatti soluzioni che si incastrano alla perfezione con le richieste di privati, aziende e liberi professionisti. La possibilità di affidare la gestione dei propri veicoli ad un consulente fa tirare un sospiro di sollievo a molti, persino all’ambiente. Il cliente siede infatti a bordo di una vettura immatricolata recentemente, abbassando l’età media con i suoi 3/4 anni. È quindi conforme alle più recenti normative in termini di emissioni; con la fine del 2019 i veicoli in circolazione – oltre 1 milione solo a settembre – appartenevano tutti alla classe Euro 6. All’interno, sulla base dell’allestimento scelto, sono presenti inoltre tecnologie di ultima generazione che assistono il driver in ogni momento. La manutenzione ordinaria e straordinaria compresa nel canone assicura, infine, un sempre alto livello di qualità. Frequenti controlli alle componenti meccaniche limitano il rischio di malfunzionamenti; assicurano inoltre che “difetti” tecnici siano la causa di elevate emissioni nell’atmosfera. Per saperne di più su come funziona il Noleggio Lungo Termine e sui servizi che offre, ti consigliamo di guardare questa #Autopillola. Nel caso avessi dubbi o fossi alla ricerca di ulteriori chiarimenti, non esitare a scriverci oppure contattaci tramite telefono e mail.
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